martedì 23 dicembre 2008

I soldi non ci sono? Facciamo il NOEXPO


Milano, 23 dic 2008 - Ormai non serve neanche l’immaginario per nascondere i debiti e i disastri che Expo 2015 ci farà pagare. Si sono svelati i veri scopi per la lotta di potere per il controllo della So.g.e.

Il Governo ha tracciato la strada riconfermando la legge obiettivo e dando il via alle regalie di beni e patrimoni pubblici (Alitalia, legge 133 e relativi tagli a università e ricerca per fare due esempi) agli imprenditori amici e interessati al business Expo.Tra legge finanziaria e decreti collegati sono già stati destinati più di 16 mld di Euro a Expo2015 (1,5 mld) e grandi opere, parecchie delle quali legate al piano infrastrutturale di Expo (TAV, TEM, Brebemi, Pedemontana). Il solito ricatto occupazionale, il solito disco delle grandi opere che fanno da volano all’economia. Bugie, storie vecchie, film già visti con tutte le conseguenze del caso (devastazioni ambientali, costi lievitanti, mafie, lavoro nero e mortale, affari per pochissimi, danni alla salute di molti).
Ma “il banchetto” è solo cominciato, e si chiedono più soldi. Addirittura c’è chi, udite udite il PD o il PDL o il PDLD?, invoca mobilitazioni bipartisan per chiedere a zio Silvio di aprire ancora la borsa. Ma quale? Tagliamo un po’ di sanità? Privatizziamo l’aria? Licenziamo un po’ di fannulloni? La Moratti si appresta a privatizzare quanto di pubblico è rimasto, e con la scusa di fare cassa si toglie di mezzo anche qualche rompiscatole incompatibile con la città vetrina. E poi soldi per far cosa? Altri regali agli speculatori che prendono i nostri soldi, distruggono i territori arricchendosi sul lavoro senza diritti e sicurezza, magari usando cemento marcio? Soldi per salvare immobiliaristi e costruttori indebitati o per far lavorare un po’ le varie Coop? Soldi per garantirsi i finanziamenti dalle stesse banche che sono protagoniste della crisi finanziaria? Perché non raccontate queste belle fiabe nei quartieri popolari dove già la terza settimana è un miraggio, o davanti ai cancelli delle fabbriche in crisi, o andate a raccontarlo ai precari e agli studenti che con i loro soldi ci facciamo una nuova bella tangenziale attorno a Milano, così, visto che i cervelli fuggono, meglio gasarli da piccoli che arricchire la concorrenza straniera.Basta grandi eventi, basta grandi opere. Noi non pagheremo vostra crisi e il vostro Expo.
In piena crisi economica e finanziaria l’unica cosa di buon senso da fare è il NOEXPO 2015, ossia invertire la rotta. Prendere tutti quei bei miliardi di soldi pubblici e detassare salari, stipendi e pensioni; destinare risorse e reddito per la sicurezza sul lavoro e per ridurre la precarietà; creare fondi di sostegno agli affitti e al recupero del patrimonio edilizio pubblico e non regalare ogni mq di terreno alla speculazione; investire nelle energie rinnovabili, nel risparmio energetico, nella ristrutturazione energetica degli edifici; migliorare il trasporto pubblico locale e investire sulla mobilità sostenibile; investire nei cervelli e non nel cemento. Con queste parole d’ordine saremo sabato 6 dicembre a Torino e in Val di Susa, perché sono due facce di una lotta per noi medesima contro lo sfruttamento dell’uomo e del proprio territorio, e porteremo questa voce allo sciopero generale del 12 dicembre.Queste parole e i saperi che i territori e le lotte esprimeranno li butteremo in faccia a chi vuole decidere del nostro futuro sopra le nostre teste, a chi vede il business laddove ci sono vite, paesaggi, habitat, beni comuni. Al vostro Expo non abbiamo mai creduto; ora, grazie a voi, alla vostra ingordigia, siamo meno soli. Il mostro che state progettando sarà il motore del nostro consenso e del resto chi semina vento raccoglie tempesta.NO EXPO, NO TAV, NO alla devastazione dei nostri territori e delle noste vite



Tratto da:

I SOLDI NON CI SONO? BENE, FACCIAMO IL NOEXPO
di Comitato No Expo
su patto di mutuo soccorso, 04 dic 2008


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mercoledì 17 dicembre 2008

Pino Masciari: domani udienza presso il TAR Lazio


Roma, 17 dic 2008 - In uno Stato che non è più Stato, domani, presso la sede del TAR Lazio, verrà emessa la sentenza che deciderà le sorti di Pino Masciari

Finalmente dopo 4 anni di lunga attesa, domani mattina 18 dicembre 2008 presso il TAR del Lazio - Via Flaminia 189 - Roma si terrà l’udienza che vedrà l’imprenditore Giuseppe (Pino) Masciari con la sua famiglia avverso la decisione del Ministero dell’Interno di revoca dal programma di protezione per i testimoni di giustizia, per riaffermare i suoi diritti costituzionali, diritti all’esistenza, alla libertà e alla sicurezza. Pino Masciari ha denunciato il racket e il sistema politico-istituzionale colluso alla ‘ndrangheta più di quindici anni fa.

Gli amici di Pino Masciari - è scritto in un comunicato pubblicato sul blog dedicato all'imprenditore che è dovuto fuggire dalla Calabria - da ogni parte d’Italia si recheranno in delegazione a Roma per sostenere e affiancare la famiglia Masciari, attendendo insieme a loro la lettura della sentenza.


Tratto da:
Revoca scorta a testimone di Giustizia Pino Màsciari: domani udienza TAR Lazio di A.Mo
su
strill.it, 17 dic 2008




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lunedì 15 dicembre 2008

Manifestazione nazionale contro TUTTE le mafie


- “Io sono Saviano, contro tutte le mafie “ è manifestazione a carattere nazionale che si terrà il 20 dic 2008 in contemporanea nelle città di Milano, Roma, Napoli, Messina, Palermo, Cagliari

"Io Sono Saviano" è un movimento spontaneo ed apartitico, nato sul web dalla necessità di dare un seguito alle manifestazioni di solidarietà nei confronti dello scrittore Roberto Saviano, che un pentito ha indicato come prossimo obiettivo dell’ala stragista dei Casalesi, capeggiata dal latitante Giuseppe Setola.
Il nuovo social network IoSonoSaviano.ning.com è stato creato con l’intento di riunire e coordinare qualunque esponente della società civile volesse partecipare attivamente all’organizzazione di una manifestazione nazionale a sostegno di Roberto Saviano e contro tutte le mafie, che si terrà il 20 dicembre in contemporanea nelle città di Roma, Napoli, Milano, Palermo, Messina e Cagliari.
L’organigramma della neonata piattaforma virtuale è composto da comitati regionali che si gestiscono autonomamente per quanto riguarda le attività che precederanno la manifestazione, coordinandosi poi in vista dell’evento nazionale.
E’ importante sottolineare, però, che la manifestazione del 20 dicembre non è il punto di arrivo di un’esperienza comune nata in un caso particolare, ma rappresenta il primo passo di un movimento che ha lo scopo di tenere costantemente viva l’attenzione dell’opinione pubblica, per far sì che l’interesse mostrato in questa occasione non si esaurisca.
Attraverso azioni di sensibilizzazione, campagne informative, performance visive, cineforum e letture intendiamo continuare a monitorare il fenomeno mafioso al quale gli italiani rischiano pericolosamente di assuefarsi a causa di una mancanza di informazione dettagliata e veritiera.


Tratto da:
Io sono Saviano, no a tutte le mafie




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sabato 6 dicembre 2008





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venerdì 5 dicembre 2008

Venezia: Sospendere subito i lavori del Mose


Venezia, 03 dic 2008 - E’ un opera inutile e dannosa, che serve solo a chi la fa. Sono più di tre anni che i cittadini chiedono la sospensione dei lavori.


Nel 2005 oltre 12500 cittadini veneziani hanno sottoscritto una petizione popolare promossa dall'Assemblea Permanente NOMOSE e presentata al Parlamento Europeo e a tutti gli organismi elettivi italiani, in cui si chiedeva la sospensione dei lavori del progetto Mose in quanto progetto illegittimo e in contrasto con le vigenti norme italiane ed europee, sbagliato e controproducente, devastante per l'ambiente e il paesaggio lagunare, e si richiedeva la realizzazione delle opere graduali sperimentali e reversibili per eliminare subito le acque alte e riqualificare la laguna e la città per ridurre la portata d’acqua in entrata alle tre bocche di porto alzando gradualmente i fondali e stringendo stagionalmente i canali, a cominciare dalla bocca di Lido. Queste opere si potevano fare in tempi velocissimi e avrebbero abbattuto e ridotto tutte le acque alte di almeno 20 centimetri.
Varie sono tutt'ora le soluzioni alternative al Mo.se., come risulta dal lavoro di comparazione e analisi fatto dal Comune di Venezia tra il progetto Mo.se e altri progetti graduali, sperimentabili e reversibili, con impatto ambientale quasi nullo. Per limitare da subito l'erosione della laguna e l'innalzamento delle maree è necessario:
- creare l’alternativa al passaggio delle grandi navi a S. Marco (avamporto galleggiante a mare e/o terminal a Fusina)
- ridurre la dimensione del Canale dei Petroli, estromettere il traffico petrolifero dalla laguna con un sistema a boa galleggiante in Adriatico per l’attracco delle petroliere
- aprire le valli da pesca al flusso delle maree e scavare i canali lagunari periferici impaludati
- continuare con la manutenzione urbana e l’innalzamento per quanto possibile delle parti basse della città (operazione bloccata per mancanza di finanziamenti!)
- innescare processi di riqualificazione ambientale in laguna (con apporto di sedimenti e di acqua dolce) e contrastare i processi erosivi causati dalla navigazione e dal moto ondoso, dalla raccolta delle vongole e dal vento)
Sono passati già tre anni, e nonostante i 2272 milioni di euro già ricevuti, i faraonici lavori del cantiere Mose sono ancora allo stato iniziale, ignorando l'opposizione dello stesso Comune di Venezia.
Finora il Consorzio Venezia Nuova è riuscito ad eseguire solo la parte economicamente più vantaggiosa per le imprese (gigantesche colate di cemento e deposizione di tonnellate di massi per realizzare le nuove dighe foranee e le conche di navigazione, isole artificiali spacciate per barene in cui depositare le tonnellate di fango scavate alle bocche di porto) senza gara d'appalto e senza avere ancora uno straccio di progetto esecutivo riguardo le opere tecnologiche. A TUTT'OGGI NON SI È ANCORA RISOLTO IL PROBLEMA DELLE CERNIERE,INDISPENSABILI PER SOLLEVARE LE PARATOIE DEL MO.S.E.!
Ricordiamo che più di una volta abbiamo denunciato pubblicamente gli impatti negativi che questi lavori hanno avuto sul fragilissimo sistema lagunare: l'escavo alle bocche di porto e le altre opere hanno modificato le correnti e aumentato considerevolmente i volumi d'acqua che entrano in laguna. Siamo convinti che l'ultima acqua alta del 1° dicembre sarebbe stata sicuramente inferiore se non si fossero fatti i lavori attualmente in corso.
Chiediamo al Consorzio Venezia Nuova e al Magistrato alle Acque un serio confronto tecnico-scientifico sul fantomatico progetto esecutivo delle opere tecnologiche con chi ha considerato quest'opera folle e dannosa, e al governo Berlusconi di bloccare i lavori del Mo.s.e., valutando seriamente le soluzioni alternative, graduali e reversibili, meno costose per i contribuenti, e rispettose degli equilibri lagunari.
A CHI DOVRANNO RIVOLGERSI LE ATTUALI GIOVANI GENERAZIONI ED I POSTERI SE DOVESSERO SCOPRIRE NEL PROSSIMO FUTURO CHE QUEST’OPERA, AMMESSO CHE SI RIESCA AD ULTIMARLA, NON DOVESSE DARE I RISULTATI SPERATI, CONSIDERATO CHE MOLTI DEI RESPONSABILI SARANNO GIÀ MORTI?


Tratto da:
per la salvaguardia di venezia: sospendere i lavori del mose
su
Pattodimutuosoccorso, 05 dic 2008



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