mercoledì 22 ottobre 2008

Milano, la protesta contro il decreto Gelmini, i manganelli

Milano, 21 ott 2008 - Erano in 2000 stamani ad affollare l'aula magna della Statale per protestare contro la "legge Gelmini". Sudenti, lavoratori e alcuni fra docenti e ricercatori. Al termine degli interventi di quelli che gli organizzatori avevano battezzato "Stati Generali", in via Festa del Perdono si è formato un corteo spontaneo e non autorizzato.

L'idea era quella di portare la protesta fino in Prefettura dove era convocato il vertice sulla sicurezza alla presenza del ministro Roberto Maroni. Ma giunti in piazza del Duomo, dopo qualche tensione con la polizia, il corteo ha attraversato la Galleria per raggiungere piazza della Scala e Palazzo Marino. Poi il serpentone degli studenti è tornato in Duomo deciso ha proseguire fino a piazzale Cadorna per bloccare i binari della stazione.

Ancora momenti di tensione e il primo sfondamento dei cordoni della polizia. Raggiunta Cadorna gli studenti hanno tentato di sfondare un nuovo cordone di agenti in assetto antisommossa, ma sono stati respinti con fumogeni e manganelli. In pochi minuti la situazione si è normalizzata, ma i manifestanti mantengono il presidio al grido "Libertà, Libertà"

La giornata si era aperta con gli "Stati Generali" all’università Statale. «Oggi è il giorno decisivo di questa protesta». Alla Statale lo ripetono studenti, ricercatori e lavoratori, per la prima volta insieme in assemblea. In via Festa del Perdono l'aula magna è gremita: 2000 persone secondo gli organizzatori. fra studenti, personale tecnico e amministrativo ma anche ricercatori e docenti. Obiettivo della mobilitazione è confermare l'agitazione fino all'abrogazione della nuova legge.

E dopo gli "stati generali" un corteo spontaneo di studenti e lavoratori ha raggiunto piazza del Duomo per poi dirigersi verso la Prefettura. Gli studenti dei collettivi al grido "la Gelmini non la vogliamo" sono in marcia dietro lo striscione "contro la legge 133 occupiamo l'università. La vostra crisi non la pagheremo noi".

Gli "stati generali erano l'occasione «per discutere delle forme di lotta da adottare contro i tagli previsti dal governo», spiega Francesco Pagnotta “Tutte le componenti dell´università decideranno come contrastare insieme un decreto che uccide gli atenei. Dopo la riunione avremo una forza che non abbiamo mai avuto”. A convocare l´assemblea sono stati i rappresentanti sindacali che lanceranno una manifestazione per il 30, giorno di sciopero della scuola, e inviteranno a incrociare le braccia il 14 novembre, quando a fermarsi sarà l´università.

Gli studenti proporranno ai lavoratori le loro forme di protesta: «Occupazioni lampo e iniziative imprevedibili, come blocchi del traffico e lezioni all´aperto», annuncia Luca Minghinelli del collettivo di Scienze politiche. Il collettivo Asso leggerà una "controriforma dell´università" elaborata dagli studenti.

All´assemblea ci sono anche gli studenti di Sinistra universitaria. Per Dino Motti, iscritto a Medicina e rappresentante in senato accademico eletto in quella lista, «gli stati generali sono il primo momento di democrazia in una protesta che in Statale è stata finora monopolizzata dai collettivi. Da oggi il movimento si allarga a tutti gli studenti».

Sinistra universitaria ha invitato via mail tutti i 65mila iscritti, oltre a ricercatori, dottorandi e docenti. I sindacati, alleati degli studenti in una rievocazione di quello che accadde in passato, hanno convocato i 2.300 lavoratori dell´ateneo. Non ci sono gli esponenti di Azione universitaria, vicina ad An, che si troveranno per discutere della riforma lunedì. Nemmeno Obiettivo studenti, vicina a Cl, è presente, «ma alcuni dei nostri andranno come singoli», spiega Francesco Magni, iscritto a Giurisprudenza. Assente anche il rettore Enrico Decleva, «impegnato fuori città».

Intanto le proteste nelle facoltà proseguono. Ieri, assemblee di facoltà e a Scienze politiche, dove si sono preparati gli striscioni da esporre oggi: "La vostra crisi non la pagheremo noi", divenuto slogan della protesta in tutta Italia, e "Chiusi i cancelli, usiamo i cervelli", da appendere agli ingressi sbarrati di via Conservatorio. Teli con scritte simili sono comparsi anche davanti al Politecnico, in piazza Leonardo da Vinci e alla Bovisa.
All'Accademia di Brera prosegue l'occupazione della direzione e si annuncia una nuova assemblea.

Sempre ieri mattina 200 studenti delle superiori hanno fatto un sit-in davanti a Palazzo Marino, in polemica con il vicesindaco Riccardo De Corato che chiede «una stretta sull´autorizzazione dei cortei, sempre accompagnati da vandalismo». I ragazzi hanno inscenato in piazza della Scala una "lezione autogestita" con libri e quaderni e bruciato una copia del decreto Gelmini.

Nelle scuole il clima è riscaldato anche dalle elezioni studentesche, che si svolgono in questi giorni. Francesco Storace, segretario de La Destra, si è scagliato contro i presidi milanesi che hanno annunciato che non accetteranno la candidatura di liste neofasciste. Va invece in controtendenza il liceo classico Berchet, in via della Commenda: oggi si vota, e per la prima volta le liste saranno entrambe "apolitiche". Il collettivo ha rinunciato a presentare una propria lista, partecipando con altri studenti alla disimpegnata Mohammed a List.


Tratto da:
La protesta contro il decreto Gelmini. Scontri e tensione in Cadorna
su
La Repubblica.it, 21 ott 2008


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