Roma, 11 nov 2008 -sequestrato il gassificatore di Malagrotta alle porte di Roma. Manca la certificazione di prevenzione degli incendi
Sequestrato. L’impianto di Malagrotta, la discarica con inceneritore alle porte di Roma, è finita sotto sigillo. Martedì mattina, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri ha infatti accertato che nell’impianto non c’era la certificazione di prevenzione incendi e non rispondeva ad altri requisiti di legge. Niente male per un «rigassificatore» che brucia il combustibile ottenuto dai rifiuti per produrre energia. E soprattutto per un impianto che doveva essere inaugurato giovedì 13 novembre.
Di fatto, il rigassificatore era già attivo. E da tempo le associazioni ambientaliste e i comitati di cittadini chiedevano che l’impianto fosse chiuso. Secondo il Wwf, ad esempio, sono «troppe le risposte mancate relative alla tecnologia utilizzata e agli strumenti di monitoraggio utili a garantire la salute di ambiente e cittadini in una delle aree a più alto impatto ambientale del Paese con la discarica più grande d'Europa, l'obsoleto inceneritore di rifiuti ospedalieri, la raffineria più importante d'Italia».
A conferma delle preoccupazioni di chi nei dintorni di Malagrotta ci vive, pochi giorni fa, era arrivato anche l’arresto di Francesco Rando, responsabile della società E.Giovi che gestisce appunto la discarica. Si è beccato un anno di arresto e 15 mila euro di multa per aver fatto smaltire «rifiuti pericolosi nella discarica derivanti dal trattamento chimico-fisico del percolato della discarica e dei fanghi conferiti dall'Acea, malgrado la sua società avesse ottenuto una autorizzazione diversa per lo smaltimento di rifiuti speciali». Inoltre Rando, che dovrà risarcire i danni in separata sede alle parti civili (Wwf Lazio, Comitati di cittadini e altri) era accusato anche di avere ammesso in discarica i rifiuti pericolosi senza che ci fosse alcuna documentazione prescritta e senza alcuna verifica analitica.
A Malagrotta arrivano ogni giorno 4500 tonnellate di rifiuti. La discarica avrebbe dovuto chiudere i battenti già il 31 marzo scorso: «Ci avevano detto che se volevamo la chiusura della discarica più grande d’Europa, con la quale conviviamo da oltre trent’anni – ricordano i comitati dei cittadini –dovevamo accettare la costruzione del gassificatore. Ora questo non basta più e ci dicono che prima deve essere pronta la nuova discarica, auspicabilmente nell’arco di quattro-cinque mesi». Nel frattempo, a chiuderla, ci hanno pensato i carabinieri.
Tratto da:
● Malagrotta, sequestrato il gassificatore alle porte di Roma
su L’Unità, 11 nov 2008
martedì 11 novembre 2008
Gassificatore di Malagrotta
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No rigassificatori
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