giovedì 6 novembre 2008

Via alla Tav anche con la forza

Milano, 06 nov 2008 - Il premier Berlusconi dice:“ I trafori per il Corridoio 5 e le altri grandi opere s'hanno da fare. A costo di usare la forza e l'esercito, come in Campania per l'emergenza rifiuti“

Sceglie il palco del Salone del ciclo e motociclo di Milano, Silvio Berlusconi, per dettare la nuova linea. Dura. «Lo Stato — dice — garantirà la ripresa dei lavori del Corridoio 5 anche attraverso l'uso della forza. Come abbiamo fatto a Napoli, dove lo Stato è ritornato a fare lo Stato ». Perché è «fortissimo convincimento » del premier che «lo Stato non è legittimato come tale se non garantisce il diritto dei cittadini e l'attuazione di quelle decisioni che istituzioni elette democraticamente hanno democraticamente assunto ». Tradotto: altre Val di Susa non saranno tollerate. «Non c'è comunità o minoranza — rimarca il premier — che oggi possa pretendere di fermare un cantiere o di occupare un'autostrada ».
Berlusconi ci tiene a far sapere che non è più il tempo dei governi di sinistra, quando «a causa della presenza di Rifondazione », blocchi, picchetti e occupazioni venivano considerati «espressione di democrazia diretta, mentre sono solo una violenza contro gli altri cittadini, le istituzioni e lo Stato». Le infrastrutture, per il premier, sono una delle principali risposte a una crisi che dalla finanza si sta trasferendo all'economia reale. Perciò, grazie ai 16 miliardi di euro «già a disposizione », bisogna riaprire al più presto cantieri come quello del Frejus e far ripartire «quel piano da 125 miliardi di euro per le grandi opere che il mio precedente governo aveva messo a punto e che la sinistra, inspiegabilmente, per l'influsso degli ecologisti, aveva bloccato». Una ricostruzione contestata da Sergio D'Antoni, responsabile per il Mezzogiorno del governo ombra: «Tutti i cantieri dell'Alta velocità sono stati aperti dal centrosinistra. Bene i 16 mi-liardi di euro. Ma il sospetto è che vogliano ancora una volta dirottare fondi destinati al Meridione ».
Duro il leader Prc Paolo Ferrero: «Berlusconi pensa di essere il Duce. L'idea che le opere pubbliche inutili siano da realizzarsi a prescindere dal grado di consenso è completamente antidemocratica». Anche Antonio Di Pietro obietta: «Invece dell'uso della forza è necessario l'uso della concertazione e individuare le risorse economiche, questo governo non ha stanziato neppure un euro per la legge obiettivo e per le infrastrutture in generale». E il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza: «Evidentemente Berlusconi non sa che si sta lavorando da tempo con un tavolo che vede collaborare il ministro Matteoli e il sottosegretario Letta con tutti i sindaci». E proprio gli amministratori della Val di Susa hanno convocato una conferenza urgente dei sindaci, quindi inviato una richiesta di chiarimento ufficiale a Palazzo Chigi. «Il presidente vuole dare un calcio all'osservatorio e alla strada del dialogo? — dice il presidente della comunità montana Antonio Ferrentino —. Faccia pure, ricompatterà in un unico fronte sindaci, comitati e movimenti ». Ma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli getta acqua sul fuoco: «Quest'opera deve essere realizzata. Berlusconi ha fatto una battuta per dire con forza quanto quest'opera sia prioritaria per noi».


Tratto da:
Via alla Tav anche con la forza di Luca Angelini
su
Corriere.it, 6 nov 2008


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