giovedì 29 gennaio 2009

28 gennaio 2008 In piazza contro la malagiustizia

Roma, 28 gen 2009 - Un resoconto particolare della manifestazione organizzata dai “Familiari delle Vittime di Mafia” per difendere la democrazia e la legalità costituzionale che per necessità impreviste ho dovuto ripetere due volte. In una ho raccontato di quello che ho vissuto e nell’altra quella che ho letto che è avvenuto.

Cronaca della MIA manifestazione

P.za Farnese è piccolina ma ieri era particolarmente frequentata. I giornali dicono che eravamo un migliaio alla manifestazione organizzata dai "Familiari delle Vittime di Mafia" per difendere la democrazia e la legalità costituzionale.
La partecipazione è dunque stata ammirevole per un mercoledì lavorativo qualsiasi.
E’ stato questo che ho voluto chiedere agli organizzatori; il perché di una scelta tanto infelice come quella di optare per manifestare in un giorno in cui la gente comune ha dei vincoli ben precisi imposti dalla quotidianità.
La risposta è arrivata molto in fretta “volevamo contarci.”
Non era stata una scelta casuale, era meditata. Quel volevamo non era rivolto ai promotori dell’iniziativa, quel volevamo riguardava noi che partecipavamo.
Volevamo contarci per sapere in quanti siamo pronti a esserci, anche se scomodo farlo.”

Ieri è stato ribadito dalla piazza che il malgoverno e la malagiustizia hanno oltrepassato il limite. E’ stata l’occasione per affermare che noi non ci stiamo più, noi non vogliamo essere complici.



Cronaca della manifestazione raccontata dai giornali

Ho sentito raccontare di una manifestazione particolarmente tumultuosa in cui c’è stato un momento di attrito con le forze dell’ordine per l’esposizione di uno striscione su cui era scritto «Napolitano dorme, il popolo insorge».
Io ho visto gente che si è ritrovata per esprimere disapprovazione per come sta venendo trattata la giustizia in Italia e che è stata ricompensata da una splendida giornata di sole. Mi ricordo di un amico del MeetUp di Bologna che si è avvicinato dicendo “uffa, quelli della Digos ci hanno fatto riporre lo striscione perché ritenuto offensivo”, il resto forse l’oblio?

Ho letto che l’invitato politico Di Pietro riferendosi a Napolitano abbia lasciato intendere che il Capo di Stato con il suo silenzio istituzionale aveva assunto un comportamento mafioso.
Io ho visto uno degli ospiti che hanno voluto partecipare alla giornata, l’On. Di Pietro, affermare che un capo di stato non deve dormire. Bisogna stare svegli ed essere pronti a denunciare perché anche il silenzio è una delle armi utilizzate dalla mafia.

Ho letto di una giornata in cui la politica ha fatto da padrone. Ma il mio ricordo più vivo rimane Salvatore Borsellino mentre grida che Mangano non può essere definito un “eroe dello stato” ma che i veri eroi sono le centinaia di giovani poliziotti che il giorno seguente la strage di Capaci facevano la fila per chiedere di far parte della scorta di suo fratello Paolo, ben sapendo che era una condanna a morte certa.


di Susanna Ambivero, 29 gen 2009


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