domenica 18 gennaio 2009

Centocinquantamila 'no' al massacro di Gaza

Roma, 17 gen 2009 - Centocinquantamila palestinesi in più. Al grido di: «Siamo tutti palestinesi» a Roma ha sfilato il corteo di “no” ai bombardamenti israeliani. Dietro lo striscione «Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza» bandiere palestinesi, striscioni di solidarietà e di denuncia, uniti sotto in un’unica identità italiani e stranieri.

Un cordone che parte da Piazza Vittorio, il cuore della Roma multietcnica e si ferma subito dopo per aspettare i pulmann in arrivo da tutta Italia.
Il corteo organizzato da Forum Palestina si riempie così di gente, uomini, donne e bambini che al tramonto sventolano le bandiere per la Palestina libera sullo sfondo dei Fori imperiali. Davanti ad uno dei camioncino da cui parte una litania di slogan e discorsi, le donne palestinesi tengono in braccio fagotti di lenzuola bianche macchiate di rosso a ricordare le troppe madri che ogni giorno, da tre settimane, nella Striscia di Gaza tengono tra le braccia nello stesso modo i propri figli feriti o morenti mentre tentano la corsa verso gli ospedali.
E questa che sfila e mobilita tutto il centro di Roma è più di ogni altra una manifestazioni fatta di immagini, suggestive e commoventi che rimandano ad un massacro reale. La denuncia dei bambini vittima dei bombardamenti israeliani è uno dei tratti salienti della protesta in piazza sabato a Roma. A sottolinearlo anche l'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche in Italia, che ha scelto di far portare a dei bimbi lo striscione lungo il corteo: «Gaza, noi siamo tutti con te», gli stessi bambini sventolano anche dei cuori con scritto «Gaza».
Le immagini della guerra in atto tappezzano non soltanto il percorso del corteo, foto di morte e distruzione quotidiana si afferrano alle reti metalliche dei «lavori in corso» accanto al Colosseo. Altre sono portate a mano, attaccate in una specie di collage dai manifestanti, alcune corredate da didascalie. Una di queste, nelle mani di una giovane donna, sotto la foto delle bombe ha scritto: «Piombo fuso» israeliano, mentre la scritta sotto l’immagine delle vittime morte risponde: «Carne bruciata palestinese».
Dai furgoni escono anche discorsi, non solo slogan, come «l'ultima notizia», quella di una scuola bombardata a Gaza. «Questa è l'ennesima vergogna, l'ennesimo tassello del genocidio». Un coro di voci risponde: «Vergogna, vergogna».
C’è anche qualcuno che mentre il corteo raggiunge il Colosseo inneggia all'Intifada: «Palestina grida unita: Intifada per la vita». Nello stesso momento altri pregano. Molti manifestaznti musulmani, infatti, lasciati striscioni e bandiere, al tramonto si sono messi in ginocchio e al richiamo dell'Imam hanno iniziato a pregare con le spalle al Colosseo e rivolti a La Mecca.
Subito dopo, a pochi metri dal palazzo della Fao, il corteo si ferma per un «minuto di silenzio per i martiri di Gaza», ma poi riprende la lunga sfilata che si chiude a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza romana, non prima di aver raccolto i piccoli capannelli di persone che aspettano il corteo lungo il percorso, come tanti piccoli presidi.


Tratto da:
Roma, centocinquantamila 'no' al massacro di Gaza.
di ALESSIA GROSSI
su
L’Unità , 18 gen 2009


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