16 sett 2008 - Giuseppe Masciari è un imprenditore edile calabrese, nato a Catanzaro nel 1959, sottoposto a programma speciale di protezione dei testimoni di giustizia dal 1997 insieme alla moglie e ai loro due bambini a seguito delle denuncie iniziate nel 1990 contro la ‘ndrangheta e le collusioni con la politica.
La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese edili, rallentando le pratiche burocratiche, intralciando i rapporti con le banche, chiedendo il 6% per i politici e il 3% ai mafiosi, obbligando l’imprenditore ad assunzioni pilotate, forniture di materiali da piazzisti imposti da capo-cosca, o a regalare uffici, appartamenti, autovetture o semplicemente soldi. Nel 1992 Pino Masciari e la sua famiglia comincia ad essere oggetto di furti, incendi, danneggiamenti e minacce.
La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro considerato il pericolo grave e imminente a cui Pino e la sua famiglia erano sottoposti, prospettarono l'assoluta necessità di entrare sotto tutela del Servizio Centrale di Protezione. Inizia così la sua collaborazione con la giustizia.
Nel 1996 il Giudice Patrizia Pasquin dichiara la ditta "Masciari Costruzioni" fallita. A novembre 2006 lo stesso giudice finisce agli arresti domiciliari, a seguito dell'operazione "Dinasty2 - do ut des", con accuse quali corruzione in atti giudiziari, falso e truffa allo stato: vicenda che getta ombre sull'effettivo fallimento dell'impresa "Masciari Costruzioni".
Nel 1997 Pino viene allontanato dalla sua terra per proteggerlo da un imminente pericolo di vita. Undici anni vissuti “da deportato” senza alcuna speciale protezione, senza alcun cambiamento di identità, senza alcuna possibilità di lavoro, né per lui, né per sua moglie e con l’esilio perpetuo dalla sua terra a seguito della delibera della Commissione Centrale del Ministero dell’Interno del 2004.
Nei processi istruiti grazie alle sue denunce, è stato accompagnato con macchine con la targa recante le generalità della località protetta, spesso attraverso viaggi al limite dell’umano. Alle volte, in aula, è stato fatto sedere accanto a chi accusava. I giudizi dei Tribunali e le sentenze rilevano che “le dichiarazioni del Masciari sono da sole idonee a fondare un giudizio di gravità indiziaria ed evidenziano l’elevata attendibilità del dichiarante il quale si è determinato a riferire intorno alle vicissitudini al prezzo di un totale sconvolgimento della propria esistenza posto che, a seguito delle accuse mosse, è stato sottoposto allo speciale programma di protezione” ( Nota della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro del 14 ottobre 2000).
Si è dato così il via ad una serie di condanne nei confronti delle famiglie ‘ndranghetiste più potenti e pericolose e anche nei confronti di un giudice Consigliere di Stato.
Pino Masciari: "oggi ore 14.00, ricevo una telefonata da parte di Mario Romano di Napoli, un'altro imprenditore testimone di giustizia che ha denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori. Mi ha raccontato che i malavitosi del quartiere Ponticelli hanno fermato e picchiato il figlio 14enne.”.
L’altro ieri i Casalesi hanno ucciso un imprenditore che aveva denunciato gli estorsori 10 anni fa.
Questa sarà prima o poi la fine che mi spetta...questo il brevissimo commento di Pino Masciari che attende da 43 mesi che sia fissata l’udienza del ricorso per la sentenza del Tar .
di Susanna Ambivero
mercoledì 17 settembre 2008
Pino Masciari
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No alle mafie
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